Tra il 1997 e il 1998, mentre si pensava alla realizzazione del percorso ciclo-pedonale tutt’oggi esistente sulle rive del Sile fra Treviso e Casale sul Sile, l’Arch. Roberto Soldera ebbe l’“illuminazione” di cercare di costruire un edificio le cui stanze principali fossero delimitate da soli elementi in cristallo.
Io, da sempre convinto che possano esistere “architetture di luce”, fui affascinato da questa idea e nacque una collaborazione spontanea che ci permise di approfondire molte problematiche relativamente alla realizzazione di una struttura all’apparenza semplicissima e trasparente, ma nella sostanza di difficile realizzazione proprio per mantenerne il più possibile la trasparenza: un dettaglio fra tutti, le pareti sarebbero state composte da lastre uniche in vetro pluristrato infrangibile ed a bassissima trasmissione termica sia verso l’esterno che verso l’interno dell’alloggio e per l’oscuramento notturno di alcuni locali si era pensato ad un dimensionamento, fra le due pareti di vetro, di uno spazio tale da permettere l’immissione di composti aeriformi colorati tali da poter permettere l’oscuramento totale o parziale dall’esterno verso l’interno e viceversa.
Per una serie di fortunate coincidenze, o forse perché avevamo ideato un’architettura talmente eterea da non stravolgere il paesaggio circostante, il progetto ottenne il nullaosta dal Parco Naturale del Fiume Sile, ma non venne mai realizzato per delle “incongruenze burocratiche” sorte con l’Amministrazione ove avrebbe dovuto trovar luogo. Fu comunque un’esperienza molto bella poter partecipare e comprendere che l’intuizione del Collega sarebbe stata realizzabile.
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